Paesaggi lunari e natura impetuosa racchiudono un'oasi di bellezza architettonica. 

Lanzarote, Aprile 2021.
Sicuramente ció che più rimane di questo viaggio è l'arte senza tempo di César Manrique.
Pittore, scultore, architetto, ecologista, conservatore del patrimonio artistico, disegnatore urbanistico e paesaggistico che ha reso senza dubbio l'isola una fonte d'ispirazione, preservandone l'aspetto e impedendo di deturpare il paesaggio con costruzioni che non sarebbero state in tono con la natura vulcanica di questa terra.
Ogni sua opera si fonde e si armonizza con la natura, elaborando un nuovo pensiero estetico "arte-natura/natura-arte". 

Un salone dalle linee morbide, bianche latte, in contrasto con un legno scuro ci accoglie dinanzi alle sue imponenti vetrate, 
gli occhi del Mirador, concepite dall'artista in modo tale da aumentare l'effetto della visione panoramica, come se stessimo viaggiando su una grande nave nelle acque dell'atlantico.
Il Mirador del Rio.
Sebbene dentro è pieno di dettagli curati fuori è mimetizzato tra le rocce.
Situato ad un'altitudine di 400 metri sul Risco de Famara, si può contemplare l'ottava isola delle Isole Canarie,
La Graciosa ed appunto il "rio" , ovvero lo stretto braccio di mare che separa le due isole.
Spostandoci verso il sud della costa ci imbattiamo in una delle strade più affascinanti dell'isola 
dove una vegetazione rosacea con piccoli fiorellini bianchi fa da sfondo.
Si chiama comunemente "Anemona de Tierra" dato dalle piccole papille cristalline che ha sotto il fiore
e da quello che tutti dicono ha il sapore del mare...
La stessa strada ci conduci qui, dove dune dorate e surfisti sulla cresta dell'onda caratterizzano la rinomata playa de Famara.
Protetta dalla scogliera montuosa, questa cala con la bassa marea si trasforma,
l’acqua lascia una sottile patina sulla sabbia che crea sfumature di colori tra cielo e terra.
Monumento al Campesino.
L'opera cubista, chiamata Fecondità, con cui César Manrique riconosce lo sforzo dei contadini di Lanzarote che, anche nelle condizioni più avverse, hanno lottato per dare vita al territorio.
Realizzata con vecchie cisterne d'acqua di barche a vela e vari oggetti dipinti e assemblati tra loro,
formando un insieme di forme geometriche di grande impatto visivo.
 Nel piccolo villaggio vi è la casa del campesino, abitazione colonica tradizionale,
dove artigianato e gastronomia locale accompagnano la visita.
Curiosità locale!
Lanzarote è la casa di molti maestri ceramisti del passato e attuali, ma la figura, o meglio le figure più note che rappresentano questa terra  sono loro "Los novios del Mojon"!
Questi due omini di terracotta simboleggiano l'uomo e la donna con i loro organi sessuali significativamente esposti, 
facevano parte di un rituale di impegno matrimoniale e anche un simbolo di fertilità nella cultura aborigena.
L'uomo che domandava matrimonio consegnava la figura maschile alla donna che se accettava a sua volta ricambiava dandogli la figura femminile!
Gli originali, quelli di Doña Dorotea ;) 
Antico capoluogo di Lanzarote,  Teguise.
Croci di fiori, casine dai tetti piani e finestroni di legno smeraldo, dai quali si intravedono scorci di vita quotidiana
e qualche animale domestico osservare i passanti.
Il connubio tra accurato e decadent si fonde alle influenze arabe di una piccola creperia.
Nascosta nelle viuzze di Teguise "El Patio Crèperie" offre deliziose crêpes, birra artigianale e musica italiana degli anni 70! 

Jameo del Agua.
César Manrique seppe immaginare e trasformare in uno spazio unico al mondo,
quello che fu il crollo del tetto di un tunnel vulcanico attraverso il quale scorreva la lava del vulcano Corona, nel nord dell'isola.
Una scalinata in roccia ti accompagna all’ingresso di una zona ristoro, immersa nel verde delle grandi felci appese
che cullano il canto degli uccellini annidati dentro. Un’ambiente di pace e armonia quasi incantato.
Deve il suo nome all'esistenza di un lago interno provocato dall'infiltrazione di acqua di mare dove vivono piccoli granchi albini,
"I granchi Jameos ciechi". Vivono solo in alcuni tubi lavici come questo e sono in serio pericolo di estinzione.
Il forte contrasto dell’oscurità della grotta e la luce che ne illumina le estremità sembrano un gioco di specchi,
dal quale si può uscire dalla magia solo attraversandola.
Con gli occhi ubriachi da tanta bellezza e accecati da un bianco abbagliante, sbuchiamo ai piedi di un’oasi idilliaca.
Ogni dettaglio è un invito continuo all'introspezione e alla riflessione… 
“Somos de una tierra que suena a mar y sabe a sal, llena de aromas de higo, a buena uva que se convierte en vino.
Aquí solo hay que cavar y amar bajo este cielo y sobre este mar. Lugar de gente noble en este tierra, mi tierra! "



Continua...
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